venerdì 17 gennaio 2020

#33 SINTESI FINALE



Il mondo delle ciocie è infinitamente vasto e variegato, in questo blog si è compiuto un viaggio storico-culturale che ha avuto inizio dal luogo di origine dell’oggetto esaminato, per poter analizzare quest’ultimo in ogni sua sfaccettatura e comprendere così a pieno il suo significato. Inizialmente associata ad una connotazione semantica negativa e dispregiativa, quale può essere quella di un umile calzare, è diventata poi l’emblema di una terra che ha assunto il nome derivante da essa: Ciociaria. Per poter giungere ad una descrizione completa ed esaustiva si sono analizzati dapprima gli aspetti artistici e culturali della città, Isola del Liri, prendendo in considerazione alcuni utensili caratteristici come i cannelli e la lana simbolo delle industrie laniere e cartaie, e oggetti piu tradizionali come ‘’gli strummele’’, ‘’i guarigl’’ e la ciocia (#step2). Anche l’ambito letterario e cinematografico è stato analizzato attraverso citazioni di personaggi illustri #4 CITAZIONI, libri celebri come il De Legibus #3 IL LIBRO e film riguardanti il luogo in esame #7 IL FILM.
Dopo un excursus sull’habitat della ‘’cosa’’ il blog si è incentrato completamente su di essa partendo da un’analisi accurata del suo nome e delle sue traduzioni nei principali idiomi, per poi scomporla nelle sue parti più importanti e discuterne la tassonomia e l’anatomia. Da questi concetti si è ricavato il significato più nascosto della ciocia e la sua simbologia, meglio schematizzata con una mappa concettuale e una nuvola dei nomi, si è ripercossa anche nell’arte musicale e culinaria. #step18 la cosa in cucina . Ricerche di carattere filatelico e fumettologico hanno contribuito ad evidenziare la varietà di ambiti applicativi della ciocia, mentre ricerche scientifiche e tecniche le sue influenze nel mondo dell’evoluzione. È sopravvissuta infatti in un’epoca in cui ha smesso di essere utilizzata grazie ai numerosi richiami che ha nelle calzature moderne ad essa ispirate sia dal punto di vista strutturale che compositivo, l’uso di lacci e stringhe intrecciate, rinforzi in gomma sotto la suola di cuoio. Alcuni post sono dunque stati dedicati alla focalizzazione su questi materiali seguendo i processi chimico-fisici per una visione più estesa. (#step30 la scienza e la tecnica della cosa)
Di rilevante importanza è anche il post 'Il protagonista della cosa' in quanto rende esplicito l’obiettivo dell’intero blog: il tentativo di riscoprire una realtà viva ormai solo nel ricordo dei più anziani esaltando la sua attualizzazione.

#32 LE AZIONI DELLA COSA / CON LA COSA

Le azioni riconducibili ad un oggetto come le ciocie sono:

 1) calzare,
 2) abbodare (avvolgere), le stringhe si avvolgono fin sotto il ginocchio
 3) lucidare, 
 4) camminare, 
 5) ballare, negli spettacoli folkloristici durante i balli popolari

#31 L'ABC DELLA COSA

A come anti-vipera, per via di quegli ornamenti che richiedeva a corredo sotto i quali era possibile inserire panni ruvidi, sacchi e protezioni
B come becchè, la punta rialzata della ciocia che oltre a essere segno di benessere, poiché più costose, rappresentava un vezzo, era motivo di fierezza e accuratezza
C come cautatùra, era l'operazione per la quale le ciocie venivano munite di fori a forma rettangolare
D come donna, le cioce delle donne assumevano una forma diversa in base al loro stato civile; donna di una certa età vestiva un picco relativamente pronunciato in altezza, le signorine lo indossavano alto e ben arricciato segno del loro stato di illibatezza
E come essiccatori, l'impasto delle ciocie in feltro passava dalla cassa d'afflusso alla tele-macchina   per poi finire nei cilindri essiccatori che consentono l'ulteriore perdita di umidità


Fcome folklore, feste di paese come il Gonfalone di Arpino in cui la ciocia svolge un ruolo primario nell'abbigliamento dei partecipanti
G come grasso, il grasso animale era usato per rendere morbido il cuoio
H come Habitat , la ciocia è una calzatura flessibile e ben ancorata alla gamba adatta ad un habitat agro- pastorale: immense distese collinari in cui si alternano praterie e zone rocciose
I come impronta, la ciocia ha lasciato un'impronta importante nella storia, ha avuto la forza di dare il nome ad una vasta regione come quella del Lazio delimitando la nuova Ciociaria
L come lavoro, i primi ad indossare le ciocie erano gli umili lavoratori dei campi
M come matrimonio, le nozze sancivano il passaggio da una tipologia di ciocia all'altra come spiegato nella lettera D)
N come nera, la fuliggine utilizzata per mantenere nere le stringhe, essa veniva amalgamata con olio in modo da formare una mistura e poi passata alle corregge per renderle anche lucide.
Ocome ornamenti, le ciocie sono diventate attualmente oggetti ornamentali all'interno delle abitazioni
Pcome passi, '' a passi certi;
                         dentro i silenzi
                         rotti al richiamo...
                         S'unisce,
                         al calpestio di freddo,
                         un ritmar di cioce;''                      
                                                                        Mario De Carolis
Q come quiete dei pascoli . un’immagine bucolica con il pastore che si riposa sotto l’ombra di un albero mentre sorveglia il gregge che pascola in un’ oasi di verde, circondato da un patrimonio naturalistico carico di silenzio

R come rupestre, i Ciociari ancora oggi amano frequentare chiese rupestri, luoghi tranquilli ed isolati. Spesso bisogna raggiungere questi luoghi a piedi attraverso sentieri sconnessi, ma panoramici.
S come storiografia, lo storiografo Ferdinand Gregorovius presenta le ciocie come ''speciali sandali, primitivi e comodi, fabbricati con due pezzi di pelle quadrati''
T come transumanza , il pastore era l’interprete di quella transumanza lungo costoni frastagliati dei monti o nelle notti di solitudine.
U come Urbe ,‘gli eletti dell’urbe’ (cittadini di Roma) indicavano in tono dispregiativo il territorio abitato dai contadini e pastori portatori di ciocie
V come le ''vie di vasta larghezza'' cosi definite da Melzi ad indicare i sentieri attraversati dai pastori con le ciocie ed il pascolo
Z come zampognaro, molti itinerano ancora oggi nella Ciociaria  indossando le ciocie e costumi tradizionali

#30 LA SCIENZA E LA TECNICA DELLA COSA


La CIOCIA
Si può realizzare con il cuoio, con il feltro oppure con il copertone



CUOIO
Ricavato dalla pelle degli animali attraverso la concia
In ogni caso, le principali fasi sempre presenti nel processo conciario sono indicativamente:

  1. Acquisizione del pellame
  2. Conservazione
  3. Lavori di riviera
  4. Concia
  5. Riconcia, tintura ed eventuale ingrasso
  6. Rifinizione
SCHEMA DI PELLE BOVINA GREZZA
Il derma (o corio) rappresenta l’85% dello spessore della pelle ed è pertanto la parte più interessante per la concia dato che costituirà il cuoio.

FELTRO

Il feltro è una stoffa realizzata in pelo animale. Non è un tessuto, ma viene prodotto con l'infeltrimento delle fibre.
Il materiale che lo compone comunemente è la lana cardata di pecora,
Le fibre vengono bagnate con acqua calda, intrise di sapone e manipolate (battute, sfregate, pressate) fino a ottenerne, con processi meccanici e chimici, l'infeltrimento. La loro legatura è data dalla compenetrazione delle microscopiche squame corticali che rivestono la superficie dei peli. Il processo è progressivo e irreversibile.







COPERTONE
Il copertone  generalmente detto pneumatico o gomma.

La struttura meccanico-fisica dello copertone è composta in ordine percentuale da:

  • gomma naturale (caucciù) e sintetica (butadiene e stirene): 48%
  • nerofumo di carbonio o silice: 23 %
  • cavi d’acciaio: 18 %
  • prodotti chimici e additivi: 8 %
  • fibre tessili: 3 %


#29 I NUMERI DELLA COSA

  • 13 volte avvolte le stringhe intorno alla gamba (13 per devozione a Sant’Antonio, protettore degli animali)

  • 6 i fori per ciocia per passare le stringhe

  • 91 i comuni della Ciociaria che indossavano le ciocie

#28 IL PROTAGONISTA DELLA COSA

Immagine tratta dal libro ''La ciocia'' di Mario de Carolis

Costanzo Di Manno, 61 anni pastore di Terelle, centro agricolo del versante settentrionale del gruppo del Monte Cairo, in posizione panoramica verso la valle del Rapido.
Può essere considerato un ottimo protagonista della ciocia in quanto più volte ha partecipato alla transumanza da Monte Cairo alla volta di Colle San Magno fino alle soglie di Pico.
Le pezze e le ciocie lo accompagnano lungo tutti i sentieri erbosi tracciati dalle greggi grazie alla loro robustezza e comodità. Ogni partenza è sancita dallo stesso rituale: sistema la prima ciocia per terra, avendo cura d'allargare appena sopra il cuoio il fascio delle stringhe lì dove deve entrare il piede. Le incrocia prendendo una pezza e le avvolge attorno al piede tirandole alla sommità. Quando la pezza si riduce ad un triangolo completa l'ultimo giro sotto al ginocchio. Fischio alla mandria e si mette in cammino.



#27 IL MUSEO DELLA COSA


Il ''museo della ciocia'' dovrebbe essere progettato in un luogo atto alla valorizzazione della cultura locale, un luogo stimolante di riflessione collettiva e per l'esplorazione di valori in gran parte dimenticati, che meritano di essere custoditi come cose care.

Bisognerebbe dunque creare un ambiente con diversi complessi dedicati agli aspetti legati alla concretezza materiale, alla forma, all'aspetto tecnologico di realizzazione  o d'uso dell'oggetto esposto. Ricostruire poi dai reperti gli atteggiamenti, le idee, le credenze, la saggezza, le tradizioni dell'uomo della Ciociaria.

E' necessario inoltre rispettare un ordine cronologico che evidenzi l'evoluzione della ciocia occupando una sala anche con i possibili sbocchi nelle ere future.

Attualmente è sorto un nuovo museo nella località di Arce dove è possibile trovare numerosi usi e costumi dei natii del basso lazio, ma è ancora in fase di alcuni completamenti.

Possibili esempi di disposizione dei reperti:




Link per visitare il museo di Arce: Gente di ciociaria
https://www.ciociariaturismo.it/it/c-e-da-vedere/citta-d-arte/musei/355-gente-di-ciociaria.html

#26 LA COSA SUI FRANCOBOLLI


L'immagine della ciocia non è mai stata inserita su un francobollo, ma si svolgono numerose mostre filateliche nella zona della Ciociaria, soprattutto ad Alatri e Frosinone
Cartolina Postale OMAGGIO ALLA CIOCIARIA esemplare numerato su tiratura di 1000 esemplari emesso dall'Istituto Poligrafico Zecca dello Stato per ULAC
40° anniversario della prima Mostra Filatelica Ciociara, la serie italiana del 1975 ha occupato una posizione di preminenza tra le migliori emissioni, attenta e curata l'impostazione grafica, realizzata dall'Istituto Poligrafico Italiano

#25 LA COSA A CASA

Negli ultimi secoli sono state per eccellenza le calzature più utilizzate sia dagli uomini che dalle donne. La loro robustezza le rendeva, infatti, adatte per camminare su campi lavorati e su percorsi impervi, nonché resistenti a lavori usuranti, come la vangatura, ma anche altrettanto comode e flessibili al movimento per essere utilizzate anche dentro casa.

Attualmente il loro uso domestico si è perso ma è possibile comunque trovarle nelle nostre abitazioni come oggetto di decorazione

Calzature in miniatura, le caratteristiche cioce realizzate in cuoio così piccole si appendono in casa come ornamento.





#24 LA COSA NEL CINEMA


FILM: La ciociara 

- REGIA: Vittorio De Sica 

- INTERPRETI: Sophia Loren, Jean Paul Belmondo, Eleonora Brown, Anfrea Checchi, Raf Vallone, Carlo Ninchi, Emma Baron, Pupella Maggio, Bruna Cealti, Antonella Della Porta, Mario Frera, Franco Balducci, Luciana Cortellesi, Curt Lowens, Toni Calio, Remo Galavotti, Renato Salvatori ----- GENERE: Drammatico 
- DURATA: 110 min. 
- B/N PRODUZIONE: Italia – Francia – 1960 – Premio Oscar 1961 per migliore attrice a Sophia Loren – Premio Festival di Cannes 1961 per migliore attrice a Sophia Loren – Premio Nastro d’argento 1961 per migliore attrice a Sophia Loren – Premio David di Donatello 1961 per migliore attrice a Sophia Loren

“Ah, i bei tempi di quando andai sposa e lasciai il mio paese per venire a Roma. La sapete la canzone: quando la ciociara si marita a chi tocca lo spago e a chi la ciocia?

Ma io diedi tutto a mio marito, spago e ciocia, perché era mio marito e anche perché mi portava a Roma ed ero contenta di andarci e non sapevo che proprio a Roma mi aspettava la disgrazia”.






LINK:


#23 LA COSA NELLA LETTERATURA


Il termine ‘cioce’, nella letteratura ufficiale è una parola sconosciuta. Il dizionario Tommaseo , quello del Fanfani , il vocabolario della Crusca , tutti della seconda metà del 1800, ignorano completamente il termine. Verso il 1825/30 menzionerà le ‘cioce’ lo scrittore e uomo politico Massimo D’Azeglio nel libro ’Miei Ricordi’ ammirando le ‘villanelle ciociare’ . Più tardi ne parlerà Carducci in una famosa ode ‘Davanti alle Terme di Caracalla’, nel 1856-58 Ferdinand Gregorovius (1821-1891), ci descrive fedelmente che cosa debba intendersi per ‘cioce’. Egli ne offre la connotazione storica ben nota e alla fine le definisce ‘classiche’, idonee ad essere indossate perfino dai filosofi dell’Ellade antica e inoltre le qualifica ‘eleganti’.

DINANZI ALLE TERME DI CARACALLA di Giosuè Carducci

… Ed un ciociaro, nel mantello avvolto,
grave fischiando tra la folta barba,
passa e non guarda. Febbre, io qui t’invoco,
nume presente. …

#22 LA COSA NEI FUMETTI

REMY SENZA FAMIGLIA





L’autore è Hector Malot, famoso per i suoi libri sull’infanzia nella letteratura e questo ne fu il capolavoro: tratta le avventure di un bambino di nome remi che vuole ritrovare la mamma dopo aver vissuto un infanzia difficile affidato e venduto come un oggetto.

E' significativo scoprire il ruolo giocato dal costume ciociaro in questo celebre monumento della Letteratura. Abbiamo ancora una volta la riprova evidente che il personaggio in costume ciociaro, e la rispettiva iconografia, era veramente un componente significativo e consolidato dell’arte occidentale, era cioè divenuto un topos, un elemento distintivo e noto, utilizzato soprattutto in certe tematiche quali il brigante, il pifferaio, lo zampognaro, il pastore o il pecoraio, il modello o la modella di artista, il contadino che incarnava l’Italia intera e talvolta anche l’Europa, l’artista girovago, l’emigrante, l’organettaro e molto altro.

#21 LA COSA NELLA MUSICA


BALLO DELL'ONORE (LA CIOCIARA)

E quanno la ciociara va alla mola
s'infarina tutta la vesta nova
E quanno la ciociara se marita
a chi je dà lo spago e chi la ciocia
a chi je dà lo spago e chi la ciocia
E quanno la ciociara è maritata
Lu spago è ruttu e la ciocia sfasciata
E dopo la Ciociara v'è la guerra
e colli marucchini colle facce in terra
e va nun ce pensà a sta vergogna
facimmo 'na ballata colla zampogna
Li Marocchini passano lu fronte
Che pozzano pija na palla n fronte
Che pozzano pija na palla n fronte
Aspettavamo la liberazione
ma 'st'infamità 'n ce ste ragione
ma 'st'infamità 'n ce ste ragione
E dopo nove misi 'na criatura
e fijio della violenza e faccia scura
ma tu remane sempre nu belle fiore
ma st'infamità macchia l'onore
tu n'hai nissciuna colpa la cosa è chiara
si femmena d'onore si Ciociara
si femmena d'onore si Ciociara
femmena femmena ruvinata
femmena femmena inguajata
femmena femmena femmena femmena
La guerra mo' è finita cambia lu ventu
di queste storie se ne contano cento a cento
pe tutti li paisi a chiano e a mmonte
li segni de la guerra va a tutte quante
li segni de la guerra va a tutte quante
(Testo e musica di Benedetto Vecchio)

#20 IL BREVETTO

Con la disponibilità dei vecchi pneumatici di automobili il rinforzo che prima veniva utilizzato solo nella zona del calcagno si estese lungo tutto il plantare, poiché rappresentava un mezzo antiusura del tutto gratuito.
Per la prima volta una forma di progresso ha allungato la vita ad un oggetto primitivo che sarebbe sicuramente scomparso, sostituito da aspetti tecnologicamente avanzati.
La ciocia deve infatti la sua fortuna all'anno 1899, anno in cui il ''copertone'' brevettato dall'inglese Robert William Thompson nel 1845 arriva in Italia. La sua prima realizzazione pratica porta il nome del veterinario scozzese John Boyd Dunlop, che nel 1887 costruì il primo pneumatico per il triciclo dei suoi figli.
Senza copertone la ciocia non sarebbe certamente sopravvissuta, perfino nelle ciocie che si fabbricano oggi per l'esclusivo e particolare impiego nei gruppi folkloristici se ne fa ancora uso, poiché altrimenti con i movimenti decisi delle danze popolari i plantari si consumerebbero troppo presto.



#19 LA COSA NELL'ARTE

Non c’è alcun costume regionale al mondo che disponga di una documentazione eccezionale come quella del costume ciociaro. Gli artisti europei tra la fine del XVIII e l’inizio del XX hanno iniziato a rappresentare il personaggio ciociaro, tanto che nei musei e nelle gallerie del pianeta è difficile non rinvenirvi un quadro inerente alla Ciociaria. Si ricordi infatti la grande mostra di quadri “ciociari” proposta lo scorso anno a Parigi nella mostra Voir l’Italie et mourir al Museo d’Orsay.

Carlo Baldassare Simelli (Stroncone, Italia 1811 - Roma, dopo il 1877)
Pifferari, intorno al 1858
Prova su carta di albume, 19,4 x 25,6 cm
Kalamata, Grecia, collezione privata
Foto Musée d'Orsay / © Patrice Schmidt



C.J.BLANC (1818-1888): Famiglia ciociara di musicanti, 1860. Olio su tela.



Telemaco Signorini (Italian, 1835–1901)
Contadinella , ca. 1860, olio su tela 17.8 x 12 cm. (7 x 4.7 in.)





James BERTRAND (1823-1887): Donne di Alvito in pellegrinaggio a San Pietro a Roma, 1851. Olio su tela.

#18 IN CUCINA

GLI GNOCCHI 


Le ciocie sono protagoniste di molti eventi folkloristici e gastronomici della Ciociaria, la "Sagra degli gnocchi" durante il festival degli zampognari ne è un esempio.

Nella giornata sarà possibile apprezzare la "ricca cucina povera" della ciociara. Gli zampognari infatti, vestiti come contadini in costume, muniti di tabarro, cappello, e ciocie, suonano per i vicoli del paese, richiamando gli abitanti a partecipare all’assaggio degli gnocchi che, ovviamente, è il momento clou della giornata.




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1) Fate rinvenire i funghi in una ciotola con acqua tiepida e tagliateli a pezzi piccolissimi. Poi tritate insieme la cipolla, l'aglio, il

sedano, il prezzemolo, la carota e la pancetta.

2) Mettete a rosolare il trito di odori e pancetta in un tegame di coccio con l'olio extravergine. Spellate le salsicce e sbriciolatele,

versatele nel trito insieme ai funghi, lasciate insaporire, poi aggiungete il vino e lasciate evaporare. Versate quindi il pomodoro e

il peperoncino, aggiustate di sale e fate cuocere per 45 minuti circa.

3) Fate cuocere gli gnocchi in abbondante acqua salata, scolateli non appena vengono a galla e versateli in una terrina

preriscaldata, conditeli prima con il formaggio, poi con il sugo preparato, mescolate con delicatezza e servite.





In molti locali caratteristici inoltre, si possono trovare sfiziosità la cui forma ricorda quella delle ciocie. 




#17 NUVOLA DEI NOMI


#16 PRIMA MAPPA CONCETTUALE




#15 L'EVOLUZIONE FUTURA DELL COSA

SCARPE DEL PASSATO CHE HANNO FATTO IL FUTURO  

Le cioce oggi ovviamente non si usano più. Si indossano però durante manifestazioni folkloristiche e rievocazioni storiche a tema. Arpino è il paese che ancora oggi le produce artigianalmente, motivato dal "Gonfalone” che ogni anno, in agosto, le vuole calzate per la sfilata in costume ciociaro.
Esse accompagnando i passi dei nostri antenati fino agli anni 60 sono state i predecessori delle scarpe contemporanee
Richiami di queste calzature possiamo riscontrarle in numerose applicazioni moderne:

#14 LA COSA COME SIMBOLO

La ciocia è il simbolo della Ciociaria, una terra che comprende 91paesi della provincia di Frosinone
Non è mai apparsa negli stemmi dei vari paesi e nemmeno nei loghi di ditte o prodotti: per molti il termine ciocia o ciociaro ha sempre avuto una connotazione semantica negativa e dispregiativa perché associata ad un umile calzatura di contadino (cafone).  

La ciocia è il simbolo del “modello contadino” che ha caratterizzato per secoli l’economia della provincia, la ciocia come testimonianza di un mitico clima bucolico in cui si conduceva una vita semplice e parsimoniosa.

Da un’analisi più accurata e suggestiva vengono fuori un complesso di simboli collegati alla calzatura di per sé: alla punta più o meno pronunciata o alle stringhe.

La punta della ciocia assumeva il  significato dello stato civile: picco basso per gli uomini e donne di una certa età ; picco alto e ben arricciato per le signorine, per ufficializzare il fidanzamento lo sposo regalava due fasci di stringhe nuove alla fidanzata.

La punta alta e girata all’insù ,era inoltre simbolo di una maggiore disponibilità economica ed era dunque motivo di fierezza, esibizione e rifinitura accurata

#13 ANATOMIA DELLA CIOCIA


#12 I MATERIALI

Le cioce sono fabbricate con due pezzi quadrati di pelle d'asino o di cavallo. Nei fori praticati quando il cuoio è ricresciuto e battuto, ed è ancora bagnato viene infilato uno spago che avvolge il piede in modo che il sandalo si assottigli verso la punta e termini con una curva chiamata ciùffa o cricca. La gamba viene avvolta fino al ginocchio con tela di lino bianco detta pèzze, e legata con le stringhe che sono di un cuoio più tenero rispetto a quello usato per i plantari.
Per soluzioni meno dispendiose la ciocia veniva realizzata anche interamente in gomma oppure in feltro (chiamato deppiòne o manecòtte). il feltro era una sorta di stoffa densa e compatta ma si usava solo in estate poiche non poteva impregnarsi di acqua o in cartiera dove il feltro veniva recuperato gratuitamente dagli scarti delle lavorazioni. Spesso si riccorreva anche ad utilizzare il feltro dei vecchi cappelli soprattuto per le cioce dei bambini.
Inizialmente un pezzo di cuio rinforzava parte della pianta del piede come la zona del calcagno, successivamente invece con la disponibilità di vecchi pneumatici di automobili questo rinforzo si estese a tutto il plantare.


MODELLO SARTORIALE
(Immagine tratta dal libro ''La ciocia'' di Mario De Carolis)













#11 TASSONOMIA DELLA COSA

La ciocia è arrivata in Etruria e quindi nel Lazio e in Abruzzo dall’Anatolia, le stesse calzature si trovano in Bosnia, in Croazia, in Serbia,  in Bulgaria e nella lingua slava si chiamano OPANAK.
Tra il 29.ed il 19 a.c. Virgilio nell’Eneide descrive le calzature dei guerrieri italici : “rozzo di cuoio ruvido un calzare” che somigliano proprio alle prime cioce, realizzate con le pelle di bovino o la cotenna di maiale.

Con la nascita dei feltrifici si cominciò ad usare il feltro per il plantare.


Infine le ultime cioce erano fatte con la gomma.


#09 NOMI DELLA COSA

Le ciocie assumono diverse denominazioni al di fuori del luogo di origine:
  • «zampitti» e lo «sciòscio», cioè le ciocie meridionali, nel territorio delle Due Sicilie, dove si registrano diverse parole indigene, che denotano le ciocie e altre calzature che le rassomigliano molto.
  • «i sampìtte» nella Marsica e nel Sud-Pontino è usato come nome etnico, e nell'etimologia e nel significato si avvicina molto alla voce italiana ciociaro
  • «Zampetti» ad Albano Laziale, Ascoli Piceno, Avellino, Cisterna e Roma
In lingua straniera:

Ciocia,          rumeno

シオシア,  giapponese

Σιώτσια ,      greco

Сиокия,       bulgaro

Peter Čokl,   sloveno

Циоциа,       serbo (alfabeto cirillico)



Nei dialetti italiani:

Napoli,    chiochia

Marche,   ciabatte

Umbria,   ciocera



FONTI
https://www.wikiwand.com/it/Ciociaria

#33 SINTESI FINALE

Il mondo delle ciocie è infinitamente vasto e variegato, in questo blog si è compiuto un viaggio storico-culturale che ha avuto inizio d...